“C’era un odore di vecchio e di polvere. Camminavamo sotto alti soffitti in legno. Andando in cucina notammo un vecchio forno a legna e un lavandino in pietra, uno struzzo impagliato e poi un pupazzo di Mickey Mouse di prima della guerra, un comò squisito sul quale erano posti spazzole ed oggetti per il trucco e la cura personale. Ma il cuore ebbe un sussulto quando ci trovammo davanti una splendida tela raffigurante una donna in abito di seta rosa.”
(Ufficiale giudiziario Oliver Choppin-Janvry)

(Fonte foto: http://www.arte.rai.it)
Nel 2010 a Parigi, a Square La Bruyère 2, una strada privata in una zona al confine tra Montmartre e Pigalle, non lontano da Opéra Garnier, venne ritrovato un appartamento di 140 mq che era rimasto chiuso per ben 68 anni. Quando le porte si aprirono, si capì il valore eccezionale della scoperta: un appartamento con una quantità di oggetti d’epoca, rimasto immutato da allora e dove il tempo sembrava essersi fermato.

Nell’appartamento venne scoperta anche una tela di grande pregio, completamente inedita, raffigurante una donna bellissima con un abito in chiffon rosa (rinvenuto poi negli armadi). Il quadro, firmato, era stato realizzato dal pittore ferrarese Giovanni Boldini (1842-1931) che nel 1872 arrivò a Parigi quando la capitale francese viveva uno dei suoi periodi di massimo splendore, la Belle Époque. Boldini aprì un suo studio a Montmartre e in breve tempo divenne uno tra i più celebri e richiesti ritrattisti alla moda.
La modella ritratta da Boldini, poco più che ventenne, era una delle donne più affascinanti e corteggiate dell’epoca, attrice e soubrette delle Folies Bergère, Marthe de Florian, nata Mathilde Héloïse Beaugiron a Parigi nel 1864 e morta nella capitale francese nel 1939. Boldini la rappresentò nel pieno della sua bellezza, fasciata da un abito di seta rosa molto scollato, seduta sul divano in una posa molto sensuale, il capo rivolto verso destra e con una collana di preziose perle a sottolineare l’elegante linea del collo.

(Fonte foto: http://www.arte.rai.it)
Bisognava però avere la certezza che, nonostante la firma, quel quadro fosse un autografo di Boldini, dato che quella tela non era mai stata esposta, ne era mai stata inserita nei cataloghi. Circolano poi anche molti falsi d’autore, prodotti da pittori che approfittarono della notorietà dell’artista ferrarese.

Nell’appartamento furono trovate anche le lettere d’amore conservate con cura dalla de Florian e legate da un nastro di seta. La donna ebbe molti amanti, tra cui Paul Deschanel, divenuto poi 11° presidente di Francia, Gaston Doumergue (13° presidente di Francia), Pierre Waldeck-Rosseau (Primo ministro francese) e Georges Clemenceau (Primo ministro francese). Fu trovato anche un biglietto da visita con poche righe scritte da Boldini, evidentemente anche lui uno dei suoi corteggiatori. Quindi un legame tra i due esisteva. Inoltre in un libro pubblicato negli anni cinquanta dalla vedova del pittore si fa cenno a un “ritratto di Marthe, 1889”. E questa fu la prova definitiva che il quadro era effettivamente un autografo di Boldini e che fu un regalo del pittore donato alla sua “Musa”.
Dopo il ritrovamento e il riconoscimento, gli eredi decisero di venderlo all’asta. Partito da una base di 300.000 euro, il quadro è stato venduto alla cifra esorbitante di 2.100.000 , un vero record per le opere di Boldini.

In quell’appartamento Marthe visse insieme al figlio Henry Beaugiron e a sua nipote Solange Beaugiron, nata nel 1919 e figlia di Henry. Nel 1942 quando i nazisti occuparono la capitale francese, Solange fuggì nel sud della Francia, chiudendo le porte di quell’appartamento per sempre.

Alla morte del padre, Solange continuò a pagare regolarmente le spese condominiali di quell’appartamento parigino, anche se non vi fece mai ritorno. Alla sua morte all’età di 91 anni, nel 2010, i suoi figli e nipoti trovano un documento con cui la signora Solange si impegnava a pagare l’affitto di un appartamento di Parigi dal giorno della scomparsa del padre, avvenuta nel 1966. Nessuno dei parenti era mai stato al corrente della cosa.

Fu così che l’esecutore testamentario della signora, Olivier Choppin-Janvry, accompagnato dai parenti della defunta e dalla polizia parigina fecero l’incredibile scoperta, trovando un vero tesoro.
Questo scrigno prezioso, il dipinto ritrovato di un pittore famoso e della sua affascinante musa e tutta l’atmosfera Belle Époque parigina, ispirarono anche due romanzi americani che mescolano, ciascuno a suo modo, finzione e realtà, raccontando la vita della bella Marthe de Florian, amata da potenti politici e dal pittore italiano più in voga nella Parigi di allora. Michelle Gable esordisce con “A Paris Apartment” (St. Martin’s Press, 2014; trad.it. “Un favoloso appartamento a Parigi”, Newton Compton) e l’altra scrittrice americana, Alyson Richman pubblica “The Velvet Hours” (Berkeley, 2016).

La Gable racconta le vicende sentimentali di April, romantica antiquaria americana che a Parigi trova il diario di Marthe de Florian e anche l’amore. La Richman intreccia la biografia di Marthe con quella della nipote Solange Beaugiron, che eredita il famoso appartamento e raccoglie le memorie della nonna.

Si pensava di far diventare l’appartamento un museo accessibile al pubblico, ma non sono riuscita a trovare nessuna informazione a riguardo, per avere la certezza che il museo sia stato effettivamente realizzato o se tutto il contenuto di questo prezioso scrigno d’arte sia andato disperso per sempre e venduto all’asta.
Dalle foto scattate al momento dell’apertura si vedono i quadri, e altri oggetti poggiati per terra, come se fossero stati preparati per essere portati via, ma poi restarono lì.

Come mai Solange Beaugiron non tornò mai nell’appartamento per recuperare tutte quelle opere d’arte, compresi i gioielli, i quadri, le foto e altri oggetti? Perché continuò a pagare le spese di quell’appartamento senza mai sentire il bisogno di ritornare? E perché non ne parlò mai con la famiglia? Resterà per sempre un mistero legato a questo appartamento…
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Letto il libro di Michelle Gable, molto interessante e pensare che io ho abitato 20 anni a Parigi non tanto lontano da Square de Bruyeres e conosco bene il pittore Boldini che ammiro molto , visto il museo a Ferrara e anche varie mostre a Parigi ecc.
Simonetta penso che quasi nessuno era a conoscenza di questo appartamento… Peccato però che ormai è stato tutto smantellato e i vari pezzi venduti, poteva essere una vera chicca!