“Candelora” è il nome popolare che deriva dal latino “candelarum”, ovvero “Benedizione delle candele” (De benedictione candelarum), attribuito alla festa religiosa. Il nome latino venne poi italianizzato in “Candelora”; lo troviamo citato per la prima volta in un documento scritto del 1290. Con questa festa termina l’esposizione dei presepi nelle chiese e si apre il cammino verso la Quaresima e la Pasqua di Risurrezione di Gesù Cristo.

La Confraternita della chiesa di Santa Maria dell’Orto a Roma
Nel corso dei secoli ad occuparsi della Candelora a Roma fu la Confraternita della chiesa di Santa Maria dell’Orto, in Trastevere (1). Tale Confraternita, d’ispirazione mariana, fu istituita da Papa Alessandro VI nel 1492, poi elevata ad Arciconfraternita nel 1588 da papa Sisto V. In quella occasione venivano benedette oltre ai ceri, anche le acque del Tevere e le imbarcazioni poiché la Festa della Candelora riguardava anche tutti quelli che sul Tevere lavoravano o svolgevano attività sportiva e per ricordare anche coloro che persero la vinta nel fiume.

“Un registro del 1550 conservato nel nostro archivio ha consentito di accertare come fin da quel secolo la chiesa fosse il centro di un’importante e caratteristica cerimonia, in occasione della festa della Purificazione della Vergine e la Presentazione al Tempio di N.S. detta popolarmente ‘Festa della Candelora’. Alla chiesa, che allora nessuna grande costruzione separava dal porto fluviale di Ripa Grande, facevano capo importanti sodalizi di mestieri e attività legati al fiume e alla navigazione. Il manoscritto ci mostra come gli equipaggi dei vari navigli che approdavano a Ripa Grande per i loro consueti traffici si iscrivessero presso l’Arciconfraternita per ricevere nel giorno della Candelora le tradizionali candele benedette. Esse venivano consegnate, con solenne cerimonia, ad ogni membro dell’equipaggio, mentre il capitano, oltre alla sua personale, riceveva una ‘candela lavorata’ per il vascello”. (2)
Queste candele benedette si accendevano come richiesta di aiuto alla Madonna in caso di pericolo, di temporali e tempeste o di malattia.
“Com’è noto, fin da tempi remoti, ma l’uso è ancora vivo in molte famiglie di antiche tradizioni, le candele benedette si conservavano accanto alle immagini sacre della casa, insieme all’ulivo pasquale, e altrettanto si faceva sulle navi: i ceri venivano accesi in caso di pericolo, di malattia o di temporali e burrasche singolarmente minacciosi. Segnatamente, i marinai e tutti coloro la cui vita e la cui attività avevano legami con la navigazione e con il fiume, erano assai affezionati a questa forma devozionale.” (3)
La liturgia della Festa della Presentazione del Signore nel Tempio (Candelora)
Dopo il Concilio Vaticano II (1962 – 1965) la festa del 2 febbraio ha assunto, nel messale romano del 1969, approvato da papa Paolo VI ed entrato in vigore nel 1970, il titolo ufficiale di “Presentazione del Signore”.

Nel precedente Missale Romanum, approvato da papa Giovanni XXIII nel 1962 e in uso fino al 1969, la festa era conosciuta per la liturgia come “In Purificatione Beatae Mariae Virginis” (La Purificazione della Beata Vergine Maria).

In occasione della ricorrenza il 2 febbraio nella Chiesa Cattolica si celebra la Santa Messa con la benedizione delle candele (le candelore) che vengono consegnate ai fedeli.
Le candele sono il simbolo di Cristo, “luce per illuminare le genti”, dalle parole pronunziate dal vecchio Simeone durante la presentazione al Tempio di Gerusalemme di Gesù Bambino, prescritta per i primogeniti maschi dalla Legge giudaica (4).

Questi ceri benedetti vengono portati in casa dai fedeli e custoditi per assicurarsi la protezione divina. Le candele venivano accese per proteggersi da un violento temporale, per assistere un moribondo, in attesa di qualcuno che non tornava e che si temeva fosse in grave pericolo, durante un parto difficile o durante le epidemie.
In alcuni paesi poi, soprattutto luoghi costieri, si riteneva che le candelore potessero servire per ritrovare gli annegati: gettate in acqua, si sarebbero fermate dove era il corpo dell’annegato.
La celebrazione della Benedizione delle candele e la processione (dal messale romano del 1970)
La Liturgia del 2 febbraio che segue il messale romano in uso dal 1970, si caratterizza per la “Benedizione delle Candele (la De Benedictione Candelarum secondo il messale romano in uso fino al 1969); la distribuzione dei ceri benedetti ai fedeli (De Distributione Candelarum); la processione con le candele accese (De Processione) e infine la messa (De Missa).
“L’assemblea si raccoglie in una chiesa succursale o in altro luogo adatto da dove si muoverà la processione verso la chiesa principale; può anche radunarsi nella chiesa principale, dinanzi alla porta o in altro luogo, da dove si muoverà la processione verso l’altare: si disponga ogni cosa in modo che una buona parte dei fedeli possa partecipare comodamente al rito.”
Una volta accese le candele, il sacerdote, vestito con i paramenti bianchi, illustra il significato del rito esortando i fedeli ad una partecipazione attiva, cosciente e piena, con queste parole:
“Fratelli carissimi, sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Anche oggi la Chiesa è in festa, celebrando il giorno in cui Maria e Giuseppe presentarono Gesù al tempio. Con quel rito il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede.
Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna; illuminati dallo stesso Spirito riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza.
Anche noi qui riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.”

A questo punto il sacerdote benedice le candele:
“O Dio, fonte e principio di ogni luce, che oggi hai rivelato al santo vecchio Simeone il Cristo, vera luce di tutte le genti, benedici questi ceri e ascolta le preghiere del tuo popolo, che viene incontro a te con questi segni luminosi e con inni di lode; guidalo sulla via del bene, perché giunga alla luce che non ha fine.
Per Cristo nostro Signore.”
Oppure:
“Dio, creatore e datore di verità e di luce, guarda noi tuoi fedeli riuniti nel tuo tempio e illuminati dalla luce di questi ceri, infondi nel nostro spirito lo splendore della tua santità, perché possiamo giungere felicemente alla pienezza della tua gloria.
Per Cristo nostro Signore.”
Segue la processione dei fedeli con i ceri accesi verso la chiesa principale o verso l’altare, mentre si esegue un cantico che riprende le parole dall’evangelista Luca:
“Cristo è luce per illuminare le genti, e gloria del tuo popolo Israele.
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola.
Perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli.”

Terminata la processione, si celebra la Messa (5).
La Candelora e i proverbi popolari
Alla Candelora sono poi legati anche detti e proverbi popolari che, a seconda delle varie regioni d’Italia, assumono versioni differenti e a volte anche contrastanti.
Collocandosi all’inizio del mese di febbraio, il detto più noto è quello legato al tempo.
Dalle parti di Roma, ad esempio, si dice che se il giorno della candelora il tempo è bello, vuol dire che la primavera è già in arrivo. Ma se al contrario il 2 Febbraio il tempo è brutto, la primavera è ancora lontana e bisognerà aspettare molto, prima che l’inverno finisca.
Questo il detto romanesco:
Quando vien la Candelora de l’inverno sémo fóra,
ma se piove o tira vènto, de l’inverno semo drento.

Per vedere i miei eventi in programma (visite guidate e viaggi): http://www.vogliadiarte.com/visite-in-programma/ http://www.vogliadiarte.com/voglia-di-viaggiare Per rimanere aggiornati sugli eventi in programma (visite guidate e viaggi) ed essere inseriti nella mailing list scrivi a: prenotazioni@vogliadiarte.com e metti mi piace alla mia pagina Facebook https/www.facebook.com/vogliadiarteofficial/ Testi a cura di Maria Alessandra de Caterina (www.vogliadiarte.com) - Tutti i diritti riservati. Il materiale di questo sito non può essere copiato o venduto in qualsiasi forma, senza l'autorizzazione dell'autore. E' gradita la condivisione sui Social Network (Facebook, Twitter ecc.) per uso personale e per fini non commerciali.
Note:
1) Il nome della chiesa è legato ad un miracolo. Allo scorcio del ‘400, la parte di Trastevere verso il porto di Ripa Grande era pressoché disabitata e quasi interamente coltivata ad orti. Un giorno, forse del 1488, “ritrovandosi una devota persona in infermità incurabile e avendo visto un’immagine dell’Immaculatissima Vergine Maria in una muraglia molto vecchia dentro di un orto… fece voto, che se della detta infermità guariva, terrebbe una perpetua lampada accesa innanzi alla suddetta figura”. Nel 1489 fu eretta la chiesa per custodirvi l’immagine miracolosa della Vergine grazie anche ad alcune università di “Pizzicaroli”, Ortolani e simili che la ornarono con marmi, stucchi e pitture. Cfr. http://www.santamariadellorto.it, sito ufficiale dell’Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto.
2) Cfr. “I canottieri a Santa Maria dell’Orto il 6 febbraio per la festa della Candelora” in http://www.canottaggio.org.
3) Ibidem. Dopo molti anni di sospensione, nel 2011 è stata ripristinata, come da antichissima tradizione, la celebrazione della candelora nella Chiesa di Santa Maria dell’Orto e in questa occasione partecipa una rappresentanza di “fiumaroli” (circoli remieri, polizia fluviale, ecc.) per ricevere un cero benedetto a favore della loro attività sul fiume.
4) Vangelo secondo Luca 2, 22-32, in “La Bibbia di Gerusalemme”, Bologna, Edizioni Dehoniane, 2005.
5) Per i testi del messale romano cfr. http://www.maranatha.it
p.s.
per ora mi taccio…etc,etc….detta cosi’ potrebbe sembrare una minaccia, ma ti assicuro che non e’ tale, almeno per te!!!!
di nuovo ciao!
Grazie Agostino per essere sempre un mio lettore attentissimo 🙂 Il 2 Febbraio, giorno in cui si festeggia la Candelora, sarà pubblicato il secondo articolo che ho scritto riguardante la Festa della Candelora :))
Sono felice che tu abbia pensato alla prossima festivita’ della “Candelora” ed alla chiesa trasteverina di S.Maria dell’Orto, conosciuta, anche, come “Madonna dell’Orto”.
Felice per due ragioni: primo perche’ non tutti conoscono, o conoscono bene, questa ricorrenza religiosa del 2 febbraio; secondo perche’ non si puo’ scindere da questa la chiesa menzionata.
Infatti, ora, chi avra’ letto il tuo articolo non potra’ fare a meno di andare a visitare detta chiesa, che pochi conoscono, perche’ un po’ ” fuori” dai tradizionali itinerari turistici romani, ed a torto! almeno a parer mio.
Piu’ che una chiesa, S.Maria dell’Orto e’ un vero e proprio “Santuario Mariano”, in quanto ” testimonianza” di quanto sia importante la presenza della Vergine Maria nella vita della Chiesa Cattolica!
All’interno di S.Maria dell’Orto c’e’ il ben di Dio!(e’ il caso di dirlo….).
Io vado di frequente
a spasso per Trastevere, perche’ non si finisce mai di scoprire cose belle ed interessanti, e definendomi, per quanto riguarda l’arte, un “autodidatta” (dopo gli anni del Liceo) porto sempre con me il mio tablet, per documentarmi.
C’e’ ancora molto da dire sulla Candelora…..ma siccome hai anticipato che sara’ argomento del tuo prossimo articolo, per ora mi taccio e vedremo, poi, se sara’ il caso di aggiungere qualcosa di nuovo…….nell’attesa ti saluto, ciao!