Saunière continua con i lavori di restauro all’interno della chiesa di Maria Maddalena a Rennes-le-Château. Dalle precise annotazioni lasciate dal parroco nel suo diario, sappiamo che il 21 settembre 1891, mentre proseguivano i lavori, scopre un sepolcro importante nella chiesa (découverte d’un tombeau), probabilmente grazie ad una serie di scavi. Il 21 settembre, giorno della scoperta, i muratori erano in procinto di installare il nuovo pulpito al posto dell’altare della Vergine ed è quindi molto probabile che il ritrovamento avvenne proprio in quel punto, accanto alla parete nord della chiesa, davanti al sito in cui sorgeva il vecchio altare dedicato alla Vergine, che da un lato si trovava fissato al muro e che, forse, nascondeva l’accesso alla cripta.
Quale fu dunque questo importante sepolcro scoperto da Saunière? Si tratta forse proprio della cripta dei Signori del paese? Lo si può supporre, anche se i successivi scavi, effettuati negli anni Sessanta del XX secolo, non riusciranno più ad individuare questa camera.

Pannello didascalico nel Musée Domaine de l’Abbé Saunière a Rennes-le-Château, a cura di Mariano Tomatis. (Foto dell’autore)
Del resto la presenza di stanze sotterranee nella chiesa non deve stupire. Nell’antico registro parrocchiale di Santa Maria Maddalena si parla di diverse sepolture di nobili ubicate nella cripta dell’edificio sacro ed avvenute sino al XVIII secolo.
Inoltre l’esistenza di una cripta sotto la chiesa è attesta anche da una serie di documenti.
Il 24 aprile 1695, il signore di Rennes, Henri d’Hautpoul firmò un testamento da cui si deduce che la chiesa di Santa Maddalena aveva mantenuto, sin dalla sua costruzione, il ruolo di sepolcro dei nobili del luogo. Henri scrisse che desiderava che dopo il suo decesso, venisse inumato nella chiesa parrocchiale di Rennes, tomba dei suoi predecessori (1).
Nel registro parrocchiale della chiesa di Rennes-le-Château del 31 marzo 1705 si registra la sepoltura di una nobildonna della zona, Anne Delsol. La donna fu inumata “nella chiesa del luogo, nel sepolcro dei Signori che si trova nei pressi del balaustro” (2).
La parola “balaustro” fa riferimento ad un pilastrino, e nel linguaggio dei mastri muratori indicava la colonnetta alla base di una scala. L’entrata a questo sepolcro sotterraneo sarebbe stata protetta da una ringhiera metallica e da un piccolo cancelletto sui due lati del pilastrino.
I documenti dunque non lasciano dubbi: si parla esplicitamente di un sepolcro “dei Signori” all’interno della chiesa di Rennes.
E ancora, sempre nel registro parrocchiale si legge che il 24 ottobre del 1724 è deceduto in Rennes il nobile Messer Henry du Fernet ed è stato inumato “nella chiesa del luogo nella tomba dei signori” (3) .
È questa l’ultima sepoltura registrata. Furono probabilmente una serie di eventi a spingere i d’Hautpoul a sigillare il sepolcro. Nel 1739 morì in giovanissima età l’unico figlio maschio di François d’Hautpoul di Rennes (1689-1753), che nel 1732 aveva sposato una giovane orfana, Marie de Nègre d’Ables (1714-1781). È possibile che l’estinzione del ramo principale degli Hautpoul con la morte dell’unico erede maschio, abbia convinto François a far sigillare la tomba, poiché non sarebbe più stata la sepoltura dei signori di Rennes, e far murare la cripta, della quale non avrebbe più potuto assicurare la custodia. E infatti François, che morirà nel 1753, non verrà sepolto a Rennes ma a Limoux (4).

Particolare del pannello didascalico nel Musée Domaine de l’Abbé Saunière a Rennes-le-Château, a cura di Mariano Tomatis. (Foto dell’autore)
La necessità di chiudere il sepolcro fece intraprendere nel 1740 una serie di lavori. La scala d’accesso che portava alla cripta doveva essere murata. E il modo più semplice per farlo era quello di coprire l’intero spazio con una lastra di pietra.
Da una delle facciate del campanile della chiesa, spunta una colonna che esce per qualche decina di centimetri dirigendosi verso l’alto e, secondo alcuni studiosi, questa colonna, inserita trasversalmente, sarebbe simbolo della morte di un bambino: nel caso specifico, farebbe riferimento al figlio di François d’Hautpoul. E forse si tratta proprio del “balaustro” di cui parla il registro parrocchiale. (5).

(Fonte foto: “Guida storica – La cripta dei signori d’Hautpoul”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it).
Ma dove si trovava questa cripta?
Si possono fare delle ipotesi, basandosi sull’evoluzione che la struttura della chiesa ha subito nel corso dei secoli. Nel XVIII secolo la chiesa aveva un aspetto diverso. L’ingresso si trovava dove oggi c’è la porta della sacrestia, e tra la navata e l’abside esisteva un muro al quale era addossato l’altare maggiore. Il piccolo locale semicircolare che si trovava dietro il muro veniva utilizzato come sacrestia, e in diverse relazioni al vescovo i vari parroci si lamentavano dell’umidità che vi regnava (6).
Nel corso del XIX secolo, una serie di lavori, culminati con l’arrivo di Saunière, modificano la struttura. Viene costruita una sacrestia sul lato meridionale, e il muro dietro l’altare viene abbattuto. L’ingresso, quello utilizzato ancora oggi, viene aperto sull’angolo sud-ovest dell’edificio. Oltre alla costruzione di una stanzetta ad est della sacrestia, Saunière fa rinforzare l’intera struttura muraria con un doppio muro. Se si osserva la pianta dell’edificio, è facile notare che in due punti speculari, il muro viene ampliato molto più di quanto sarebbe stato necessario: mentre la navata ha un’ampiezza quasi sempre regolare, pari a 620 cm., in due punti la distanza tra le due pareti opposte si riduce a 540 cm. (7).
L’architetto belga Paul Saussez, che ha intrapreso un’interessante ricerca sulla cripta dei Signori di Rennes-le-Château, ha avanzato un’ipotesi architettonica interessante: dal momento che il registro parla di un sepolcro “nei pressi del balaustro”, proprio nei due punti in cui il muro oggi è più spesso, si sarebbe trovata una bifora sorretta da una colonnina, un balaustro, che si affacciava sulla scala che conduceva alla cripta. Una volta sigillata, il balaustro venne rimosso e la base della scala nascosta da un altare – il cosiddetto “altare della Vergine”. (8)
Secondo Paul Saussez dunque, il sepolcro venne sigillato e le sepolture dovettero avvenire tutte all’esterno della chiesa.

Fonte foto: “Guida storica – La cripta dei signori d’Hautpoul”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it.
Fu il cappellano dei d’Hautpoul di allora, Jean Bigou (1702-1776), parroco del paese dal 1736 al 1774, a fare installare l’altare laterale dedicato alla Vergine Maria, costituito da una lastra di 200 cm x 58 cm, proprio sopra la lastra che chiudeva l’accesso alla scala, nascondendola definitivamente.
Saunière durante i lavori rimosse l’altare della Vergine e al suo posto fece installare il pulpito. E’ possibile che in quell’occasione abbia trovato l’accesso alla cripta?
Non si sa con certezza, anche se esiste un documento che sembrerebbe farlo pensare. Come si è detto all’inizio di questo articolo, c’è una annotazione che Saunière scrive nel suo diario il giorno 21 settembre del 1891, durante i lavori: découverte d’un tombeau.
Il suo appunto non precisa l’esatto luogo in cui avrebbe scoperto il sepolcro: potrebbe trattarsi della cripta sotto la chiesa, ma anche di un sepolcro ubicato all’esterno o presso il cimitero del paese.
E se trovò l’ingresso al sepolcro, fece allargare i muri nei due punti d’accesso per nascondere le tracce della sua scoperta?
Pur restando nell’ambito delle ipotesi, la violazione di un sepolcro all’epoca era punito con la pena di morte. Fu questo il “segreto”, di cui parla Saunière, che non poté mai rivelare? (9)
In realtà, a Saunière vengono attribuiti anche altri indefiniti ritrovamenti, effettuati durante i lavori di restauro.
A questo punto il “mistero”, costruito dai mitografi, si infittisce. Visto che Saunière, in seguito al ritrovamento di questa tomba, fermò i lavori, restò chiuso nella chiesa, a porte sbarrate per giorni e quando riprese i lavori di restauro della chiesa, cambiò i muratori… tutto ciò era sicuramente dovuto al fatto che aveva scoperto un “grande segreto” che non poteva divulgare.
La questione era un’altra. È vero che dopo questa scoperta Saunière fa sospendere i lavori, forse per non avere estranei intorno e congeda i muratori e il curato prosegue da sé l’ispezione del luogo. Perché? Questa scoperta lo mette in una situazione imbarazzante e pericolosa: sa bene che la violazione di una tomba è un reato punibile con la pena di morte. E Saunière non aveva ricevuto autorizzazioni per aprire il monumento funebre. E gli scavi non possono essere facilmente nascosti alla popolazione, trovandosi in un luogo frequentato quotidianamente dai fedeli. (10).
Ecco il motivo per cui, comprensibilmente, Saunière cerca di non diffondere la notizia del ritrovamento, e si limita a registrarla sul suo quaderno.

(Fonte foto: “Guida storica – La scoperta del sepolcro (1891)”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it)
Inoltre, per non essere costretto a dare spiegazioni agli operai, sospende i lavori per qualche settimana, che riprenderà soltanto il 14 ottobre con degli operai diversi. Annoterà nel suo diario: “14 [ottobre] accordo con i nuovi muratori” (11).
Ma le voci corrono, e in paese qualcuno intuisce che il parroco sta nascondendo un “segreto”…
Ma di che “segreto”si tratta? Cosa ha scoperto? Non sappiamo con certezza che cosa Saunière vi abbia rinvenuto all’interno, perché non è rimasta alcuna traccia documentale di quanto trovato nella cripta. Sarà l’analisi del suo tenore di vita successivo a darci qualche indizio sull’entità del “tesoro” ivi rinvenuto.
Forse non tutta la ricchezza rinvenuta sotto il pavimento della chiesa era costituita da denaro contante: probabilmente tra le ossa erano stati trovati anche oggetti di culto e monili preziosi che potevano essere convertiti in moneta corrente se venduti in qualche città lontana da Rennes-le-Château. È questo il motivo che spinge Saunière nel 1892 ad allontanarsi in più occasioni dal paese per recarsi a Perpignan e Carcassonne?
E, per non dar troppo nell’occhio, specie con le più alte cariche ecclesiastiche, elabora un piccolo stratagemma col quale nascondere i suoi spostamenti: prepara una serie di lettere prefirmate da spedire a chi gli scrive quando lui si trova fuori paese. Sono tante lettere dallo stile diverso, per le varie cariche ecclesiastiche (il vescovo, il vicario ecc.).
Le lettere si presentavano così: «Rennes-le-Château, Aude. Costretto a partire per far visita ad un mio confratello, mi limito, per ora, a segnalarvi che ho ricevuto la vostra lettera e vi ringrazio. Rispettosi saluti, Bérenger Saunière, sacerdote.» (12).
Gli unici ad accorgersi dell’assenza del parroco sono gli abitanti di Rennes-le-Château, che iniziano a fare ipotesi sulle destinazioni di tali viaggi: si pensa alla Spagna, ma anche a Parigi. Non esiste comunque alcuna prova che davvero si sia spinto così lontano: le destinazioni più probabili sono Carcassonne e Perpignan. La prima potrebbe essere stata raggiunta per effettuare qualche studio nella grande biblioteca cittadina. La seconda, per tentare di vendere qualcuno dei suoi reperti.
Per Monsieur Noël Corbu questo era il motivo dei viaggi: «Sicuramente smerciava [l’oro del]le monete che aveva [precedentemente] fuso. D’altronde il mio interlocutore, una persona di Carcassonne, che è ancora viva, mi ha assicurato di aver visto a casa del prete delle cassette piene di lingotti d’oro» (13).

La copia del giornale è conservata al Musée Domaine de l’Abbé Saunière a Rennes-le-Château (Foto dell’autore)
Probabilmente del ritrovamento del sepolcro ne parla con Marie Dénarnaud, la sua fedele domestica. Sappiamo, dalle sue annotazioni, che forse mise al corrente della sua scoperta alcuni suoi confratelli della zona. Secondo alcuni, due righe del suo diario proverebbero l’esistenza di una congrega di sacerdoti a conoscenza del “segreto di Saunière”.
Una settimana dopo il ritrovamento, il 28 settembre, Saunière si allontana da Rennes-le-Château e il giorno successivo scrive: «29 [septembre] Vu curé de Nevian – chez Gélis – chez Carrière – Vu Cros et Secret» (14).
Saunière riporta dunque di aver visto (vu) il curato di Névian, città non distante da Narbonne, che all’epoca era il reverendo Dumons; don Antoine Gélis, il parroco di Bagès-les-Flots (Carrière) e un certo Cros, probabilmente il Vicario Generale.
Ciò che salta all’occhio nella frase citata è anche l’ultima parola, “Secret“: si riferisce forse al “segreto” gelosamente custodito dal parroco di Rennes, comunicato ai quattro personaggi citati?
Il 6 ottobre Saunière scrive: «6 [ottobre] […] Visita di 4 confratelli» (15). Di questi quattro confratelli non fa però il nome. Si tratta delle stesse quattro persone citate il 29 settembre? Su questo incontro non è rimasta che questa brevissima testimonianza e dunque non si può dirlo con certezza; ma c’è chi, leggendo tra le righe, ha interpretato queste note come due accenni ad un piccolo gruppo di sacerdoti della zona (una “confraternita”) a conoscenza del segreto (secret) di Saunière.
Non è detto che sia questa l’unica interpretazione: infatti in diverse occasioni Saunière utilizzò la parola Secret come abbreviazione della parola Secrétaire, “segretario”; il 21 settembre, dunque, il curato avrebbe incontrato il vicario Cros e Pierre Pradel, il suo segretario. Ma questa nuova interpretazione per gli amanti del mistero non costituisce una prova sufficiente a far cambiare loro opinione.
Tra questi quattro confratelli c’era anche l’anziano Antoine Maurice Gélis (1827 – 1897), parroco di Coustaussa, un paese distante 3 Km da Rennes, e confessore di Saunière, che verrà barbaramente assassinato nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre 1897.

Fonte foto: http://rennes-le-chateau-en-quete-de-verite.e-monsite.com
Ma perché, e chi fu l’autore di questo “crimine spaventoso”, come verrà definito dalla cronaca contemporanea?
Anche l’omicidio di Antoine Gélis sarà un altro pezzo dell’immenso e intricato puzzle che verrà aggiunto al mito di Rennes-le-Château…
NOTE: (1). Cfr. “Guida storica – La cripta dei signori d’Hautpoul”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it. Il sito, curato da Mariano Tomatis, è una guida indispensabile e fondamentale, la più vasta ricostruzione storico-documentaria ad oggi realizzata e il punto di riferimento più serio, approfondito e completo sulla storia di Rennes-le-Château. (2) Claire Corbu, Antoine Captier, “L'héritage de l'Abbé Saunière”, Nice, Bélisane, 1995 cit. in “Guida storica – La cripta dei signori d’Hautpoul”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it. L’antico registro parrocchiale di Santa Maria Maddalena è oggi in possesso degli autori Claire Corbu ed Antoine Captier. (3) Claire Corbu, Antoine Captier, “L'héritage de l'Abbé Saunière”, Nice, Bélisane, 1995 cit. in “Guida storica – La cripta dei signori d’Hautpoul”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it. (4) Cfr. “Guida storica – La cripta dei signori d’Hautpoul”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it. (5) Cfr. “Guida storica – La cripta dei signori d’Hautpoul”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it. (6) Cfr. “Rennes-le-Château: i documenti segreti. Cosa resta del mito senza le mistificazioni del XX secolo - I ritrovamenti di Bérenger Saunière” di Mariano Tomatis Antoniono, in http://www.renneslechateau.it. (7) Cfr. “Rennes-le-Château: i documenti segreti. Cosa resta del mito senza le mistificazioni del XX secolo - I ritrovamenti di Bérenger Saunière” di Mariano Tomatis Antoniono, in http://www.renneslechateau.it. (8) Cfr. “Rennes-le-Château: i documenti segreti. Cosa resta del mito senza le mistificazioni del XX secolo - I ritrovamenti di Bérenger Saunière” di Mariano Tomatis Antoniono, in http://www.renneslechateau.it. (9) Cfr. “Rennes-le-Château: i documenti segreti. Cosa resta del mito senza le mistificazioni del XX secolo - I ritrovamenti di Bérenger Saunière” di Mariano Tomatis Antoniono, in http://www.renneslechateau.it. (10) Cfr. “Guida storica – La scoperta del sepolcro (1891)”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it. (11) "Guida storica – La scoperta del sepolcro (1891)”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it. (12) “Guida storica – I viaggi e le lettere prefirmate (1892)”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it. (13) La Dépêche du Midi, 13 gennaio 1956, <<La favolosa scoperta del curato miliardario di Rennes-le-Château>> di A. Salamon, Roberto Gramolini trad., in “Indagini su Rennes-le-Château” - http://www.renneslechateau.it. (14) “Guida storica – Il secret di Saunière e il secret di Cros”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it. (15) “Guida storica – Il secret di Saunière e il secret di Cros”, di Mariano Tomatis, in http://www.renneslechateau.it.
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