Ogni tempo liturgico ha i propri segni che lo contraddistinguono. Anche l’Avvento ha i suoi. Uno dei segni dell’Avvento è la corona con quattro candele che simboleggiano le quattro settimane del tempo d’Avvento.

(Fonte foto: http://www.cantualeantonianum.com)
Avvento, dal latino adventus, significa “venuta, arrivo“. È il periodo di quattro settimane che precede il Natale. L’Avvento è tempo di gioia, perché fa rivivere l’attesa dell’evento più lieto nella storia: la nascita del Figlio di Dio dalla Vergine Maria. Ma è anche tempo di penitenza e conversione. È un tempo di preparazione spirituale al Natale, un tempo di attesa e di preghiera.
Si inizia, quindi, ad attendere il Natale con la prima domenica di Avvento.
La corona d’Avvento, che ha origine nel Nord d’Europa, ha la funzione di annunciare l’avvicinarsi del Natale per prepararsi ad esso, suscitare la preghiera comune, manifestare che Gesù è la vera luce che vince le tenebre e il male.
La corona in Chiesa è in genere collocata in un luogo visibile del presbiterio, vicino all’altare e vicino al pulpito, su un tavolino o su un tronco d’albero, o pendente dal soffitto.

Si tiene anche a casa per significare l’attesa del Messia. In questo modo la celebrazione liturgica entra nel quotidiano, nella vita familiare, nelle abitudini domestiche e impregna di senso cristiano e di sapore messianico tutta la vita del cristiano.
È costituita da un grande anello fatto di rami verdi (senza fiori), in genere fronde d’abete. Si usa l’abete (o il pino) perché è una pianta sempreverde: gli abeti rimangono del colore della speranza e della vita che non finisce, eterna appunto.
Sulla corona sono fissati quattro ceri, posti ad eguale distanza tra di loro, che stanno a significare le quattro settimane d’Avvento e vengono accese una per volta, ogni domenica.
La tradizione vuole che essa sia di forma circolare poiché il cerchio è, fin dall’antichità, un segno di eternità e unità: indica l’eternità di Dio, l’immortalità dell’anima e la vita eterna in Cristo.
Come l’anello, che è tutto un continuo, la corona è anche segno di fedeltà: la fedeltà di Dio alle promesse.
Per questo la corona dell’Avvento deve mantenere la sua forma circolare e non diventare una qualsiasi composizione floreale. La corona è inoltre segno di regalità e vittoria. La corona di Avvento annuncia che il Bambino che si attende è il Re che vince le tenebre con la sua luce.

Il colore delle candele è quello della liturgia: per le prime due domeniche e la quarta d’Avvento le candele sono viola (segno della penitenza e della conversione per prepararsi alla sua venuta). A Gesù interessa il nostro cuore; è lì che dobbiamo preparare le vie, colmare i vuoti, cambiare, convertirci. Nella fede, nella preghiera, nell’impegno di cambiare tante cose che vanno cambiate nella nostra vita, possiamo vivere l’attesa del Signore e sperimentare la sua grazia, la sua gioia, la sua salvezza.
Nella terza domenica d’Avvento detta “Gaudete” la candela è rosa, colore simbolo dell’amore di Gesù che diventa uomo. “Gaudete“, cioè gioite, rallegratevi perché il Signore è vicino! Dio è vicino, Padre misericordioso che ci segue amorevolmente nel rispetto della nostra libertà: tutto questo è motivo di una gioia profonda.
La corona deve essere collocata in un luogo visibile su un tavolino o su un tronco d’albero, o pendente dal soffitto; quest’ultima è la sua collocazione tradizionale, come un vero candelabro antico: la luce scende dall’alto.
Le quattro candele hanno un loro significato e vengono accese una per settimana, ogni domenica, quando la famiglia è riunita.
Di solito l’accensione è riservata ai più piccoli, proprio perché questa tradizione è nata per preparare i bambini al Natale.

La prima candela, quella che si accende la prima domenica di Avvento, si chiama Candela del Profeta ed è la candela della speranza. Ci ricorda che molti secoli prima della nascita di Gesù ci furono uomini saggi, chiamati profeti, che predissero la sua venuta al mondo. Un profeta di nome Michea predisse perfino che Gesù sarebbe nato a Betlemme.
La seconda candela, chiamata Candela di Betlemme, candela della chiamata universale alla salvezza; ci ricorda la piccola città in cui nacque il Salvatore.
La terza candela è chiamata la Candela dei Pastori, candela della gioia, perché furono i pastori ad adorare il santo Bambino e a diffondere la lieta notizia.
La quarta candela è la Candela degli Angeli, per onorare gli Angeli e la notizia che portarono agli uomini in quella notte meravigliosa.
Rito della benedizione e dell’accensione delle candele nella celebrazione eucaristica
La benedizione della corona di Avvento e l’accensione della prima candela si fa la sera che precede la prima domenica di avvento, e puo’ essere inserita, con i dovuti adattamenti, nella celebrazione eucaristica o nel vespro. Le quattro candele, tre viole ed una rosa, vengono accese una ogni domenica, quella rosa si accende nella terza domenica di avvento o “Gaudete”. La benedizione puo’ essere fatta anche in casa dal capo famiglia o da un altro membro della famiglia.
I Domenica di Avvento
Rito del Lucernario
INIZIO
Durante la processione iniziale l’organista suona un lieve sottofondo d’organo. L’aula liturgica può essere lasciata in penombra. Il Presidente, insieme con i ministri, si reca processionalmente verso l’altare. Uno dei ministri porta una candela accesa. Il Presidente si porta davanti la corona di avvento, quindi rivolto ai fedeli dice:
Presidente: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Assemblea: Amen.
Presidente: Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.
Assemblea: E con il tuo spirito.
Presidente: «A te, Signore, elevo l’anima mia». Con queste parole dell’Antifona d’ingresso, fratelli carissimi, innalziamo il nostro cuore ed i nostri occhi a Colui che era, che è e che viene. Iniziamo oggi il cammino dell’Avvento: la notte è avanzata, il giorno è vicino: viene a visitarci dall’alto Cristo Signore, la Luce vera che illumina ogni uomo, il Sole che disperde le tenebre, lo splendore del Padre, che non conosce tramonto. Per la grazia della sua venuta, anche noi, che un tempo eravamo tenebra, siamo luce nel Signore e possiamo camminare incontro a Lui con lampade accese.In questo tempo santo, celebriamo il Padre con il Figlio nello Spirito Santo in comunione con tutta la Chiesa.
La Schola e l’Assemblea intonano l’Antifona:
Il Signore nostro Dio verrà con potenza e illuminerà i suoi fedeli. Alleluia.
Oppure
Cristo è luce per illuminare le genti, e gloria d’Israele suo popolo.
Durante il canto il diacono o il ministro consegna la candela accesa al Celebrante, il quale con essa accende la prima delle candele della corona di Avvento. Frattanto si accendono anche le luci della chiesa. Portandosi alla sede, il Presidente introduce l’atto penitenziale o, se vengono celebrati i Vespri, si canta l’Inno. La Celebrazione prosegue nel modo consueto.

II Domenica di Avvento
Rito del Lucernario
INIZIO
Durante la processione iniziale l’organista suona un lieve sottofondo d’organo. L’aula liturgica può essere lasciata in penombra. Il Presidente, insieme con i ministri, si reca processionalmente verso l’altare. Uno dei ministri porta una candela accesa. Il Presidente si porta davanti la corona di avvento, quindi rivolto ai fedeli dice:
Presidente: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Assemblea: Amen.
Presidente: Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.
Assemblea: E con il tuo spirito.
Presidente: I profeti tenevano accesa la speranza di Israele. Noi, come simbolo, accediamo questa seconda candela. Il vecchio tronco sta germogliando, fiorisce il deserto… L’umanità intera trasalisce perché Dio é nato nella nostra carne. Fa che ognuno di noi, Signore, ti apra la sua vita perché germogli, perché fiorisca, perché nasca e si mantenga accesa nel nostro cuore la speranza. Vieni presto, Signore! Vieni, o Salvatore!
La Schola e l’Assemblea intonano l’Antifona:
Il Signore nostro Dio verrà con potenza e illuminerà i suoi fedeli. Alleluia.
Oppure
Cristo è luce per illuminare le genti, e gloria d’Israele suo popolo.
Durante il canto il diacono o il ministro consegna la candela accesa al Celebrante, il quale con essa accende la seconda delle candele della corona di Avvento. Frattanto si accendono anche le luci della chiesa. Portandosi alla sede, il Presidente introduce l’atto penitenziale o, se vengono celebrati i Vespri, si canta l’Inno. La Celebrazione prosegue nel modo consueto.

III Domenica di Avvento
Rito del Lucernario
INIZIO
Durante la processione iniziale l’organista suona un lieve sottofondo d’organo. L’aula liturgica può essere lasciata in penombra. Il Presidente, insieme con i ministri, si reca processionalmente verso l’altare. Uno dei ministri porta una candela accesa. Il Presidente si porta davanti la corona di avvento, quindi rivolto ai fedeli dice:
Presidente: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Assemblea: Amen.
Presidente: Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.
Assemblea: E con il tuo spirito.
Presidente: Nelle tenebre si è accesa una luce, nel deserto si è levata una voce. E’ annunciata la buona notizia: il Signore viene! Preparate le sue vie, perché ormai è vicino. Ornate la vostra anima come una sposa si adorna nel giorno delle nozze. E’ arrivato il messaggero. Giovanni Battista non è la luce, ma uno che annuncia la luce. Mentre accendiamo la terza candela ognuno di noi vuole essere tua torcia che brilla, fiamma che riscalda. Vieni, Signore, a salvarci, avvolgici nella tua luce, riscaldaci nel tuo amore!
La Schola e l’Assemblea intonano l’Antifona:
Il Signore nostro Dio verrà con potenza e illuminerà i suoi fedeli. Alleluia.
Oppure
Cristo è luce per illuminare le genti, e gloria d’Israele suo popolo.
Durante il canto il diacono o il ministro consegna la candela accesa al Celebrante, il quale con essa accende la terza delle candele della corona di Avvento (quella di colore rosa).Frattanto si accendono anche le luci della chiesa. Portandosi alla sede, il Presidente introduce l’atto penitenziale o, se vengono celebrati i Vespri, si canta l’Inno. La Celebrazione prosegue nel modo consueto.

IV Domenica di Avvento
Rito del Lucernario
INIZIO
Durante la processione iniziale l’organista suona un lieve sottofondo d’organo. L’aula liturgica può essere lasciata in penombra. Il Presidente, insieme con i ministri, si reca processionalmente verso l’altare. Uno dei ministri porta una candela accesa. Il Presidente si porta davanti la corona di avvento, quindi rivolto ai fedeli dice:
Presidente: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Assemblea: Amen.
Presidente: Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.
Assemblea: E con il tuo spirito.
Presidente: Accendendo questa quarta candela, nell’ultima domenica, pensiamo a Lei, la Vergine, tua e nostra madre. Nessuno ti attese con maggiore ansia, con maggiore tenerezza, con più amore. Nessuno ti accolse con più gioia. Tu sbocciasti in Essa, come il chicco di grano germoglia nel solco. Nelle sue braccia trovasti la culla più bella. Anche noi vogliamo prepararci così: nella fede, nell’amore, nel lavoro di ogni giorno. Vieni presto, Signore Vieni a salvarci!
La Schola e l’Assemblea intonano l’Antifona:
Il Signore nostro Dio verrà con potenza e illuminerà i suoi fedeli. Alleluia.
Oppure
Cristo è luce per illuminare le genti, e gloria d’Israele suo popolo.
Durante il canto il diacono o il ministro consegna la candela accesa al Celebrante, il quale con essa accende la quarta delle candele della corona di Avvento. Frattanto si accendono anche le luci della chiesa. Portandosi alla sede, il Presidente introduce l’atto penitenziale o, se vengono celebrati i Vespri, si canta l’Inno. La Celebrazione prosegue nel modo consueto.
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