Maria Mancini Colonna “l’indomabile”: la passione del Re Sole (seconda parte)

Maria, principessa di casa Colonna

Maria Mancini, sposata con Lorenzo Onofrio Colonna, divenne così la padrona di una splendida dimora, quella di Palazzo Colonna, uno dei palazzi privati più grandi e superbi di Roma che stupisce ancora oggi per la sua magnificenza e la sua bellezza, palazzo di proprietà degli eredi di questa secolare e importante famiglia romana.

Ma chi era Lorenzo Onofrio Colonna?

“Ritratto di Lorenzo Onofrio Colonna venticinquenne”, (1662), Incisione, Roma, Istituto Nazionale per la Grafica

Fu uno dei personaggi di maggior spicco della Roma seicentesca. Per lui lavorarono numerosi artisti tra cui Claude Lorrain, il suo preferito, ma anche Gaspard Dughet, Salvator Rosa, Pier Francesco Mola e Carlo Maratta. E proprio con Lorenzo Onofrio si ebbe il massimo accrescimento della galleria del suo palazzo, grazie agli acquisti dei tanti dipinti ed oggetti preziosi.

A lui poi si devono anche la gran parte dei lavori effettuati nella magnifica grande Galleria, un autentico gioiello del barocco romano, che ben esprime la regalità e la superiorità della famiglia Colonna su tutte le altre famiglie nobili romane. Lorenzo Onofrio si valse anche dell’intervento del grande Gianlorenzo Bernini nell’ideare questo capolavoro, che non ha nulla da invidiare alla Galeries des Glaces della reggia di Versailles.

La Galleria Grande a Palazzo Colonna (Roma)
La Galleria Grande a Palazzo Colonna

Palazzo Colonna e la sua splendida Galleria divenne anche un set cinematografico nel 1953, quando si girò in questa sala l’ultima scena del film “Vacanze romane” (Roman Holiday) diretto da William Wyler e interpretato da una splendida Audrey Hepburn e da Gregory Peck.

Una scena dal film “Vacanze Romane” con Audrey Hepburn e Gregory Peck, girata nella Galleria di Palazzo Colonna
Una scena dal film "Vacanze Romane" con Audrey Hepburn e Gregory Peck ambientate a Palazzo Colonna a Roma
Una scena dal film “Vacanze Romane” con Audrey Hepburn e Gregory Peck girata nei saloni di Palazzo Colonna

La Galleria verrà inaugurata nel 1703 dal loro primogenito, Filippo II.

Sempre Lorenzo Onofrio commissionò tra il 1660 e il 1670 la realizzazione dei quattro splendidi specchi monumentali dipinti che verranno spostati nella Grande Galleria verso il 1740. Il pittore Carlo Maratta si occupò della realizzazione dei putti, mentre Mario Nuzzi, detto Mario Dei Fiori, e Giovanni Stanchi realizzarono le meravigliose ghirlande di fiori: i due pittori si avvalsero anche dello “studio dal vero” nel realizzare la grande varietà di fiori, prendendo spunto da quelli coltivati nel grande giardino del Palazzo Colonna.

Carlo Maratta e Giovanni Stanchi, Specchio dipinto con ghirlanda di fiori e quattro puttini, part., 1670 ca. (Roma, Palazzo Colonna in Roma. Foto dell'autore)
Carlo Maratta e Giovanni Stanchi, Specchio dipinto con ghirlanda di fiori e quattro puttini, part., 1670 ca. (Roma, Palazzo Colonna- Foto dell’autore)
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Carlo Maratta e Giovanni Stanchi, Specchio dipinto con vaso di fiori e cinque puttini, part., 1670 ca. (Roma, Palazzo Colonna. Foto dell’autore)

Numerosi furono anche altri lavori commissionati da Lorenzo Onofrio per il suo Palazzo di famiglia. Oltre a quelli appena citati, si occupò di ridecorare alcune sale di quello che oggi costituisce il bellissimo appartamento al piano terreno della Principessa Isabelle Sursock, figlia di una ricca famiglia di banchieri libanesi. Isabelle nel 1909  sposò il principe Marcantonio VII Colonna e visse in quest’ala del palazzo.

È proprio in alcune di queste sale che la presenza di Maria Mancini a Palazzo Colonna vive ancora oggi. In occasione delle nozze tra Maria e Lorenzo Onofrio, molte furono le opere commissionate per celebrare l’evento. Nella Sala dei Palafrenieri, o Sala delle Feste, nel 1670 fu completato l’affresco della volta, attribuito a Giacinto Gimignani, Carlo Cesi ed altri, dove viene celebrata la felice unione tra gli sposi, simboleggiata dalle figure allegoriche della Fama, della Gloria e di Flora. Si notano anche i simboli araldici delle due famiglie riuniti in un unico stemma: una colonna antica per i Colonna e una coppia di pesci per i Mancini.

Lucij, dai due lucci d’argento posti in palo e volti all’insù, presenti nell’emblema, era il nome originario della famiglia Mancini. Una casata nobile romana molto antica, come quella dei Colonna, che risaliva al Mille. Nel Quattrocento cambiarono il loro cognome da Lucij a Mancini, per il soprannome che era stato ad un loro rappresentate, “mancino di mano”.

Sala dei Palafrenieri o Sala delle Feste, particolare della volta decorata nel 1670 da Giacinto Gimignani, Carlo Cesi ed altri, 1670 (Palazzo Colonna a Roma, appartamento Principessa Isabelle. Foto dell'autore)
Particolare della volta decorata nel 1670 da Giacinto Gimignani, Carlo Cesi ed altri  con il il simbolo araldico dei Mancini, la coppia di pesci (Palazzo Colonna, Sala dei Palafrenieri o Sala delle Feste – Appartamento Principessa Isabelle. Foto dell’autore)

Nella Sala Rosa Gaspard Dughet, uno degli artisti prediletti da Lorenzo Onofrio, con la collaborazione di Carlo Maratta per le figure, ritrae i due coniugi  nei panni di Venere e Paride nel Paesaggio con Giudizio di Paride, insieme alle sorella di Maria, dipinto tra il 1661 e il 1672. Il quadro è sicuramente memore delle rappresentazioni allegoriche messe in scena durante i festeggiamenti del carnevale romano a cui si aggiunge anche un dichiarato gioco erotico. Si sa che in occasione del carnevale del 1669 Lorenzo Onofrio e Maria Mancini si mascherarono da Ulisse e da Circe, con al guinzaglio dei piccoli maiali. E questo gusto di farsi immortalare nei panni di figure mitologiche si diffuse in tutta l’aristocrazia romana.

Gaspard Dughet (con figure di Carlo Maratta), “Paesaggio con Giudizio di Paride” - Lorenzo Onofrio Colonna, Maria Mancini e le sue sorelle (Collezione Principi Colonna. Palazzo Colonna, Sala Rosa - Appartamento Principessa Isabelle. Fonte: http://iviaggidiraffaella.blogspot.it/)
Gaspard Dughet (con figure di Carlo Maratta), “Paesaggio con Giudizio di Paride” – Lorenzo Onofrio Colonna, Maria Mancini e le sue sorelle (Palazzo Colonna, Collezione Principi Colonna, Sala Rosa – Appartamento Principessa Isabelle. Fonte foto: http://iviaggidiraffaella.blogspot.it)

Infine nella Sala Rossa, oggi sala da pranzo, si aprono due piccoli ambienti, separati da una porta che si ritiene essere l’alcova di Maria Mancini.

L'Alcova di Maria Mancini a Palazzo Colonna (Sala Rossa, Appartamento Principessa Isabelle. Fonte foto: http://iviaggidiraffaella.blogspot.it)
L’Alcova di Maria Mancini (Palazzo Colonna, Sala Rossa – Appartamento Principessa Isabelle. Fonte foto: http://iviaggidiraffaella.blogspot.it)

Fu un periodo felice per gli sposi che sembravano molto affiatati e vivevano fra feste e viaggi. Maria divenne protagonista della vita mondana: amava la vita spensierata e gioiosa e in quegli anni Palazzo Colonna divenne un polo di attrazione sia per la nobiltà che per il mondo ecclesiastico.

La presenza di Maria, una donna dal temperamento forte, fu determinante anche per  la storia del costume locale. Lanciò nell’abbigliamento  la moda alla “francese”,  dove le donne hanno la metà delle braccia nude e il petto scoperto: un abbigliamento oltremodo scandaloso rispetto ai costumi romani! Inoltre nella sua reggia romana, Maria poté continuare a vivere “alla francese”, non rinunciando alla sua libertà e autonomia, privilegio di cui godevano le donne parigine rispetto alle romane molto più tradizionaliste. Lei poteva uscire da sola e ricevere chi voleva.

Un altro quadro molto interessante è l’“Allegoria di Casa Colonna”, dipinto probabilmente in occasione del matrimonio di Maria Mancini con Lorenzo Onofrio Colonna, come si desume dalla presenza dei due pesci, allusivi allo stemma Mancini. Il soggetto allegorico rappresenta la Fortezza seduta sulle nubi che abbraccia la Colonna, simbolo del casato, accompagnata in basso da leoni e putti. In alto, sulle nuvole, la Fama e l’Onore: la prima con le ali e la tromba, la seconda come un giovinetto coronato di alloro, che tiene in mano una corona. L’opera celebra le virtù di Lorenzo Onofrio Colonna, l’onore, la forza e la fama. L’allusione matrimoniale è resa esplicita dal pittore sullo sfondo a sinistra, dove dipinge due putti sulle nuvole, uno dei quali indica esplicitamente i pesci che attraversano il cielo allo zenit.

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Giovanni Coli (attribuito a), “Allegoria di Casa Colonna”, 1661 ca. (Palazzo Colonna – Galleria Colonna, Sala dei Paesaggi)

Per sei anni sembrò che tutto andasse per il meglio fino a quando, vestita da uomo, il 29 maggio del 1672 Maria insieme a sua sorella minore Ortensia, già separata dal marito, fuggì da Roma.

Perché questa improvvisa fuga?

(fine seconda parte)

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Vai alla terza e ultima parte: Maria Mancini Colonna l’indomabile: la passione del Re Sole (terza ed ultima parte)

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Autore: Maria Alessandra de Caterina

Mi chiamo Maria Alessandra de Caterina, sono una storica dell'arte e una guida turistica di Roma. Organizzo visite guidate a Roma e dintorni, escursioni giornaliere e tour di più giorni.

4 pensieri riguardo “Maria Mancini Colonna “l’indomabile”: la passione del Re Sole (seconda parte)”

  1. Non si fa! proprio sul più bello…..
    Bellissima anche questa seconda parte, Maria Alessandra. Non vedo l’ora di leggere il seguito!

  2. Birichina Maria Alessandra, hai voluto lasciarci con il fiato sospeso….! Grazie di cuore anche per questa seconda parte, direi piu’ artistica che biografica per gli stupendi quadri. Un salutone ed un …bacino, alla prossima ciao.

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