“Non credo di essere né passatista né futurista né di essermi lasciato sedurre dalla tentazione di scimmiottare gli altri per essere di moda… L’arte non ha moda ed è una cosa terribilmente seria.”

Nei prossimi articoli mi occuperò di un artista a cui sono molto legata, non solo perché è stato l’argomento della mia tesi di laurea in Storia dell’Arte, ma soprattutto perché è un artista che ho sempre amato, irresistibilmente attratta dalle sue opere.
Forse non è molto conosciuto perché è un po’ fuori dai canoni classici, nel senso che non è stato un pittore “puro”. O meglio, lui “nasce” come pittore, per tutta la vita si sentì (giustamente) sempre un pittore e durante la sua carriera non abbandonò mai la pittura e, in particolare negli ultimi anni della sua carriera, ritornò in pieno al suo grande amore, la pittura appunto.
Ma il suo nome è legato soprattutto alla sua immensa e bellissima produzione di manifesti pubblicitari nonché di illustrazioni per riviste e libri e la sua fama è nota per essere considerato uno dei migliori cartellonisti e disegnatori del ‘900.
Sto parlando di Marcello Dudovich, “Dudo” per gli amici.

In lui rimase sempre “una dicotomia tra pittore puro e cartellonista «commerciale» che Dudovich certamente avvertì profondamente in sé e che non seppe (o non volle) mai del tutto risolvere.” (R. Curci)
Comprensibili ragioni economiche lo fecero propendere per il cartellonismo, quale principale fonte di guadagno, vista anche la meritata fortuna e la notorietà che questo lavoro gli aveva procurato; ma, contemporaneamente a questa vastissima attività, si affiancarono quelle di illustratore, di grafico e di pittore.
È, per fortuna, ormai superato l’equivoco che non considerava “arte” una creazione nata da un’intenzione pratica e commerciale, come quello del mondo pubblicitario, e quindi, per sua natura, riproducibile. Tutto questo non toglie nulla alla originalità, autenticità e alla qualità pittorica di queste opere, considerate ormai allo stesso livello di qualsiasi altra opera pittorica.

Non dimentichiamoci che innumerevoli capolavori del passato, creati da pittori, scultori, musicisti e poeti, sono nati su “ordinazione” da parte dei committenti di allora, quali papi e principi. Ed anche le opere di Dudovich sono nate su “ordinazione” dei committenti del XIX e del XX secolo: industrie e ditte commerciali.
In una intervista alla radio, trasmessa il 7 dicembre 1953, Dudovich dirà che il cartellone, secondo lui “è una specie di sogno dipinto. È un dono di fantasia fatto anche al più grigio e anonimo dei cittadini che passano per strada.”

Oltre a dedicare la mia tesi di laurea a questo grande artista, ho avuto anche la fortuna, grazie a Roberto Curci che ne è stato ed è tuttora il più grande esperto di Dudovich, di poter scrivere un saggio su questo artista in occasione di una bella mostra che si tenne dal 19 dicembre 2002 al 30 aprile 2003 nel Civico Museo Revoltella di Trieste, città dove nacque. Sempre al Museo Revoltella si era tenuta, quarant’anni prima e pochi mesi dopo la morte di Dudovich, avvenuta nel 1962, la prima grande mostra monografica sull’artista triestino.

Un’esposizione, quella del 2002-2003, corredata da un bellissimo catalogo, molto interessante perché Curci volle far conoscere non solo il Dudovich cartellonista, ormai notissimo e a cui sono state (e sono tuttora) dedicate tante mostre, ma soprattutto anche “l’altro” Dudo, quello un po’ meno conosciuto ma non per questo meno importante o interessante. Da qui il titolo della mostra (e del catalogo) scelto da Curci: “Marcello Dudovich. Oltre il manifesto”. Proprio perché “oltre” al Dudovich cartellonista, si è analizzato anche il Dudovich pittore (olii e soprattutto tempere), il Dudovich disegnatore, illustratore e il Dudovich “decoratore murale” che fu appunto il saggio scritto da me, dal titolo Segni moderni e sogni dal passato, e il motivo per cui fui contattata da Curci e invitata a collaborare insieme agli autori del catalogo, dato che fu quello l’argomento della mia tesi.
E fu una gioia accresciuta dal fatto che all’epoca non mi stavo più occupando di Dudovich poiché stavo studiando per quella che poi sarebbe divenuta la mia seconda laurea in Turismo Culturale.
Poter tornare al “grande” amore è sempre un privilegio e per questo ho deciso di dedicare i prossimi articoli del mio Blog proprio al “mio” Dudo!

In parte gli argomenti dei miei articoli a lui dedicati, che pubblicherò settimanalmente, sono stati estrapolati dalla mia tesi e dal mio saggio del catalogo di Trieste. Gli argomenti più cospicui saranno proprio quelli dedicati al Dudo “decoratore murale”, anche perché sul Dudovich cartellonista, dal 1976, anno di pubblicazione del primo e fondamentale saggio di R. Curci, sono uscite tantissime pubblicazioni che si sono occupate dei suoi manifesti. Mentre il Dudo muralista rimane ancora un po’ meno conosciuto a molti.
Vai al prossimo articolo: “Marcello Dudovich, il pittore della vita moderna. Gli esordi e la sua prima produzione“
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Complimenti. Cosa posso leggere per avere più informazioni su Dudovich pittore murale? Grazie
Grazie! Ho scritto vari articoli, pubblicati qui sul blog, sulle decorazioni Murali di Dudovich, ed ho pubblicato anche un saggio su un catalogo di una mostra che si tenne anni fa a Trieste.
M.Alessandra
Grazie Alessandra per avermi fatto conoscere un artista del quale sapevo poco o nulla
Aspetto di leggere altri approfondimenti
Buona giornata
M. Teresa
Grazie Maria Teresa… sì, seguiranno nelle prossime settimane molti altri articoli su Dudovich 🙂